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 Anno III n° 3 MARZO 2007    -   MISCELLANEA


Viaggiando in bicicletta
Un settimana nella Sicilia Occidentale

Di Daniela Radici



Non ancora sfiorata dal turismo di massa che ha invaso altri lidi isolani, la Sicilia Occidentale -che comprende le province di Palermo e Trapani- è ideale da esplorare in bicicletta anche d’inverno (i mandorli fioriscono a gennaio-febbraio).
Territorio senza troppe asperità, conserva molti luoghi dal fascino antico, strade tranquille e lunghi tratti di costa ancora selvaggia con spiagge libere, nascoste tra canneti e giardini.
Affacciata sul mare in un ambiente tra i più suggestivi dell’intera Sicilia, vede l’inizio del nostro viaggio a pedali l’affascinante Selinunte, città fondata dai Greci in magnifica posizione. E’ l’area archeologica più grande d’Europa, che si visita con guide qualificate.

Allontanandoci da Selinunte con il ricordo ancora nitido dei maestosi templi capiamo come essi furono costruiti pedalando sull’antica strada delle cave di Cusa, suggestiva fonte del materiale da costruzione in cui si vedono ancora i grandi cilindri di roccia usati per le colonne. Raggiungiamo poi la chiesa di Santa Trinità di Delia, gioiello di architettura arabo-normanna immerso nel verde di uno splendido giardino. Una piacevole pedalata nella campagna intensamente coltivata ci porta fino a Mazara del Vallo.

Il secondo giorno, dopo la visita della cittadina, importante porto peschereccio posto alla foce del fiume Màzaro, pedaliamo tra candide saline scintillanti, mulini a vento e barche ormeggiate di fronte alle isole dello Stagnone. Andiamo in barca all’incantevole Mozia, l’isola che fu collegata dai Fenici alla terraferma con una strada subacquea visibile ancora oggi. E’ proprietà della Fondazione Whitaker –gentiluomo inglese rampollo di una famiglia che commerciò il celebre vino Marsala, grande appassionato di archeologia.

Marsala –la terza tappa- ci viene incontro, bianca e gialla, allungata sul capo Boeo, che vide l’approdo dei Mille di Garibaldi. Sul lungomare si affaccia il Museo famoso per la nave da guerra punica, affondata dai Romani nella battaglia navale che segnò la prima guerra contro Cartagine. Pedalando senza fretta lungo la costa sembra di poter toccare con un dito le isole Egadi: Favignana, Levanzo e Marettimo, ma anche Erice, affascinante rocca medievale a 800 metri sul livello del mare (si raggiunge da Trapani con una panoramicissima funivia). Fondata dagli Elimi, discendenti dei Troiani, Erice è ricca di viuzze acciottolate e di minuscoli giardini; ospita ogni anno convegni scientifici di rilevanza mondiale. Il panorama che si gode dal castello, edificato nel XII secolo sui resti del famoso tempio di Venere abbraccia a 360° Trapani, il mare e la campagna sottostante.

Un giorno intero è dedicato alla Riserva naturale dello Zingaro, situata sulla costa tirrenica tra Capo San Vito e Scopello, borgo a una decina di chilometri da Castellamare del Golfo. Le calette e le spiagge di questo paradiso naturale (percorribile rigorosamente solo a piedi) sono bellissime.
Ciliegina sulla torta del viaggio è Segesta, con il suo tempio greco del 424 a.C. che ci appare all’improvviso mentre pedaliamo nel paesaggio agreste delle dolci colline fiorite; poco più in alto sorge il teatro di epoca ellenistica, su un colle da cui si gode un panorama stupendo.

L’ultimo giorno un breve percorso lungo una linea ferroviaria dismessa ci porta a Monreale, sede straordinaria di capolavori architettonici dell’età normanna. La cittadina costruita su uno sperone di roccia che domina la Conca d’Oro è l’involucro barocco di uno dei gioielli più rari del patrimonio artistico italiano: il Duomo normanno “Bibbia di mosaici dorati”, con il suo chiostro benedettino.

Il giro si conclude a Palermo, distesa tra il mare e la corona di monti, fascinosa capitale dei re Normanni, oggi sede della Regione Autonoma e importante porto mediterraneo.


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